Ragazzi è ora della borraccia, solo così 1 miliardo di bottiglie di plastica non finiranno nei rifiuti
19 Marzo 2019
Il 15 marzo, in occasione dello Sciopero globale per il clima, al corteo di Milano c’erano 50 mila studenti e una miriade di cartelli contro l’inquinamento del pianeta, contro i modelli di consumo irrazionali e contro l’invasione della plastica. La stessa cosa avveniva in centinaia di città e si trattava della prima grande manifestazione “globale” di questo tipo. In Italia, però, si registrano da tempo molte iniziative che vanno in questa direzione. Ci sono aziende alimentari e catene di supermercati che hanno eliminato la plastica dagli imballaggi o la sostituiscono con materiali ricavati da fonti rinnovabili. I cittadini comprano sempre di più prodotti dell’agricoltura biologica e impiegano solo sacchetti per la spesa in materiale compostabile. Poi ci sono decine di località che hanno deciso di vietare subito stoviglie, bicchieri, cannucce di plastica.
I giovani che hanno manifestato venerdì nelle piazze, ma anche gli adulti, non sanno che in Italia ogni cittadino beve in media 224 litri di acqua minerale ogni anno. Provate a pensarci per un attimo: si tratta di 37 cestelli da sei bottiglie da un litro. Considerando che il 10% circa degli italiani non beve acqua minerale e che i bambini piccoli fino a 11 anni ne consumano poca (al nido, all’asilo e nelle scuole elementari si beve quella del rubinetto), l’80% circa degli italiani butta nel cestino dei rifiuti quattro bottiglie di plastica di acqua minerale (piccole o grandi) alla settimana. Se consideriamo anche le altre bevande, si arriva anche a cinque. Tutto ciò ha un impatto ambientale esagerato e anche un costo rilevante, che potrebbe essere dimezzato da un giorno all’altro, sostituendo la bottiglietta di minerale con una borraccia o una bottiglia riutilizzabile. L’impresa è fattibile senza grossi problemi visto che nella maggior parte delle località italiane la qualità dell’acqua di rete è molto buona. Per esempio a Milano la qualità è ottima, ma nonostante ciò è una delle città dove si beve più minerale.
La scelta della borraccia è un’operazione semplice con risvolti positivi enormi per l’ambiente e per il portafoglio che pochi hanno voglia di suggerire. Si preferisce eliminare le cannucce di plastica dai cocktail, servire solo brocche di acqua del rubinetto nei convegni, decidere che in spiaggia i piatti e le stoviglie saranno solo compostabili e auspicare l’eliminazione dei rifiuti plastici negli uffici pubblici. Si tratta di iniziative lodevoli che però delegano ad altri, la soluzione di un problema che invece è di tutti.
Se bisogna suggerire qualche cosa di concreto da fare subito, alle centinaia di migliaia di giovani, ragazzi e adulti che hanno partecipato alle manifestazioni per salvare il pianeta, potremmo invitarli a comprare una borraccia, metterla nella tasca esterna dello zaino e usarla a scuola, all’università e in ufficio e di pasteggiare con la brocca di acqua del rubinetto a casa, al lavoro e anche quando si esce in pizzeria o al ristorante con gli amici.
In Italia l’ultima campagna contro l’esagerato consumo di acqua minerale risale al 2010, quando Coop lanciò una grossa iniziativa per limitare l’invasione delle minerali. La campagna non è stata portata avanti con sufficiente convinzione ed è finita negli archivi delle buone azioni. Da allora i consumi sono lievitati da 11,5 a quasi 13,5 miliardi di litri e continuano a crescere, tanto da essere i primi imbottigliatori al mondo di acqua minerale. Se si cominciasse subito, forse a fine anno il numero di bottiglie di plastica potrebbe diminuire di 1 miliardo e non dovremmo più vergognarci di essere il primo paese al mondo che, senza un buon motivo, beve più acqua minerale.